
Uso sempre una metafora con i miei pazienti per spiegare loro in termini comprensibili cos’è la psicoterapia: “ é come quando vai in motorino … hai presente le rotaie del tram? Se non conosci come si fa a guidare in mezzo a quelle trappole, cadi e ti fai male. La psicoterapia ti allena a destreggiarti nella guida! Conoscerai i tuoi SOLCHI che sono i tuoi problemi e saprai come uscirne senza cadere! Conoscerai molte cose di te che sono lì a portata di mano, ma che spesso non vedi perché fa male!”
La psicoterapia è la cura dei nostri disagi, dei nostri traumi e dei nostri malesseri, attraverso una relazione di ascolto dei bisogni delusi e del mondo emotivo dell’altro: “ La professione di aiuto possiede la proprietà sostanziale della reciprocità che la rende adatta all’instaurarsi di rapporti interattivi: una fonte da cui sgorgano segni e un contenitore pronto ad accoglierli, che a turno, cambiano di ruolo e divengono, nella loro unicità, permeabili.” (Vicino S. 2001, L’arte del prendersi cura: il lavoro con l’altro).
Dunque non è un lifting dell’animo, né una illuminazione divina, non ti cambia i connotati! Ti rende consapevole di chi sei e di come puoi vivere meglio! Ti fa vedere i problemi da altri punti di vista e ti offre soluzioni alternative!
Gli approcci terapeutici -purtroppo o per fortuna- sono tantissimi! Ogni psicologo, fresco di laurea, sceglie quello che più gli si confà o che ritiene più all’avanguardia per la propria formazione. Personalmente, nel tempo, ho optato per un approccio integrato che mette insieme più visioni e che reputo sia efficace e calzante: la SCHEMA THERAPY.
Tale approccio integra aspetti di diversi orientamenti terapeutici, tra i quali la terapia cognitivo comportamentale, la teoria dell’attaccamento e la Gestalt , offrendo un modello di intervento innovativo e valido per il trattamento di pazienti con disturbi d’ansia, depressione, disturbi alimentari e in particolar modo per i disturbi di personalità.
“L’assunto di base della Schema Therapy è che l’insorgere dei disturbi mentali derivi dal non adeguato soddisfacimento di bisogni emotivi primari (cura, amore, attenzione, riconoscimento delle proprie emozioni, protezione, autonomia) negli anni cruciali dell’infanzia da parte delle figure di accudimento, come i genitori. Quando tali bisogni restano insoddisfatti, il bambino va incontro a una sofferenza ingestibile. Si creano così gli Schemi Maladattivi Precoci (SMP) che daranno un significato distorto alla visione di Sé e del mondo.

Scopo della Schema Therapy è modificare questi schemi maladattivi precoci, attraverso tecniche cognitive ed emotivo-esperienziali, ma soprattutto attraverso la relazione terapeutica, orientata a soddisfare quei bisogni primari insoddisfatti nell’infanzia del paziente, nel rispetto dei limiti del setting. Si crea così una relazione di accudimento in cui il terapeuta funge da genitore buono che cerca di rispondere adeguatamente ai bisogni del bambino paziente, prestando però attenzione al fatto che il terapeuta non acquisisca potere nei confronti del paziente ma che validi e riconosca i suoi bisogni.
L’importanza di agire con interventi a livello emotivo ha anche una spiegazione neurofisiologica: la codifica delle informazioni a livello cognitivo segue una via neurale diversa dalla codifica di informazioni a livello emotivo. Quando un evento a forte impatto emotivo (tra cui i traumi) ha luogo, la prima via cerebrale ad attivarsi è l’amigdala che registra le informazioni a livello automatico e involontario, connotandole però emotivamente. Solo successivamente le informazioni sono inviate alla corteccia cerebrale, che opera in modo più razionale. Lavorando, da terapeuti, sui soli contenuti cognitivi, si agirà solo sulla corteccia, senza incidere sull’amigdale e sulle emozioni registrate al momento dell’evento traumatico. Per questo l’accesso al mondo emotivo del paziente è indispensabile (M. Cirio, 2015)”.
Particolare enfasi nella Schema Therapy è rivolta quindi a:
- Le tematiche infantili e i bisogni emotivi primari non soddisfatti.
La rilettura della storia di vita permette al paziente di comprendere le origini dei suoi pattern (schemi, modelli) comportamentali problematici e di rielaborare e trascrive i vissuti dolorosi del passato per favorire esperienze nuove e correttive nel presente.
- La relazione terapeutica.
Il terapeuta diventa una base sicura dalla quale esplorare i vissuti dolorosi del passato. La tecnica terapeutica del Limited Reparenting, utilizzata dalla Schema Therapy, presuppone che il terapeuta assuma attivamente il ruolo di figura genitoriale per il paziente (limitato all’ambito terapeutico) per accedere ai bisogni emotivi primari non soddisfatti durante la sua infanzia.